Ho letto con attenzione l'interessante
articolo, apparso sul Corriere della Sera, relativo a cosa
festeggiare il giorno del compleanno.
Riporto i passaggi che più mi hanno colpito facendomi trovare molti spunti di riflessione.
Tratto da VOGLIO NASCERE di Alessandro D'Avenia Corriere della Sera 1 Maggo 2023
Non mi attira il modello che fa della vita riuscita solo la vita «materialmente» giovane (vivere «da malati» per «morire sani») e quindi vorrei festeggiare questo compleanno con più gioia del precedente, perché 46 anni fa è stato solo l’inizio di una cosa che siamo chiamati a fare sempre di più. Nascere. Perché?
Festeggio sì il mio aver cominciato a venire alla luce, ma ancor più il poter venire sempre più alla luce, perché vivere è impegnarsi a nascere del tutto, e non cercare di non morire, che mi sembra troppo poco, anche perché è ciò che facciamo senza proporcelo, per istinto.
Noi umani, se la prima volta nasciamo a nostra insaputa, poi siamo chiamati a nascere, per scelta, ogni giorno fino all'ultimo, tanto che siamo gli unici capaci di smettere di nascere togliendoci la vita in vari modi, a dimostrazione che sull'istinto di conservarsi e perpetuarsi in noi prevale altro : la libertà.
Cosa vorrei quindi festeggiare domani? Non il tempo che passa (che festa sarebbe?), ma quello che non passa. E quale non passa? Noi siamo fatti di tre tempi. C'è il tempo cosmico, quello circolare della natura, delle cose che tornano sempre come le stagioni. Poi c'è il tempo storico, lineare, fatto dagli eventi che si danno una volta sola (la primavera torna ogni anno ma questa ci sarà solo nel 2023).
Ma questi due tempi non mi bastano perché in entrambi i casi , io non so che fine faccio: se sarò tutt'uno con il cosmo che ne sarà di me? Se la felicità è nel futuro, chi deciderà quando arriva?
Allora vivo anche e soprattutto un terzo tempo, che chiamo del nascere, e che, mescolato ai primi due, è fatto di eventi che mi piace definire “brevi vite eterne”. Da che cosa sono fatte? Innanzitutto dall'esperienza che in questo istante non mi sto dando la vita da solo, ma in qualche modo sono dato a me stesso, mi ricevo in dono. E poi di azioni creative (libere e originali), cioè che posso fare solo io. Questo è il tempo che non passa, il tempo del nascere, fatto quindi di “essere da” (in questo momento la vita mi è data) e “essere per” (mi è data per crearne altra): sono nel tempo storico ma non aspetto il futuro, sono nel tempo cosmico ma sono irripetibile. Questo terzo tempo non lo cerco in angoli nascosti, in oggetti, ma lo ricevo e lo creo, eternità di istanti.
Fare con amore significa ricevere e dare vita in ciò che si fa: l’istante diventa l’incrocio dell’amore ricevuto e dato.
Domani proverò a non festeggiare il “ritorno” di una data, tempo cosmico, né il mio “progresso” in un futuro a scadenza, tempo lineare, ma il tempo della creazione, essere creato e creare. Sarà un martedì “qualunque”, quello che torna ogni settimana, e sarà l'unico martedì 2 maggio 2023, ma sarà soprattutto la vita che solo io posso ricevere e fare, piccola, ordinaria, semplice, ma quella che solo io “posso nascere”.