REGIA: Rodrigo
Garcia
Commento di Eco : il commento a caldo uscendo dalla
sala non c’è stato. Solo perplessità. Non capivo il personaggio. Era una donna
costretta a vivere e lavorare fingendosi
uomo ma, secondo me, non ci si può
“dimenticare” il proprio sesso. Non si può perdere l’identità al punto da non capire che non può desiderare di formare una famiglia
sposando una donna. Benchè viva come un uomo da 20 anni ..non è un uomo. Oppure
deve ammettere di essere omosessuale. Ma questo non avviene. Durante il corteggiamento della giovane
cameriera si chiede solo :”Devo dirlo prima o dopo il matrimonio che sono una
donna?”
E’ una strana storia, non si
riesce a parteggiare per il/la protagonista ma si segue tutto lo svolgersi
degli avvenimenti con interesse. E’ un film ben fatto, ben diretto con la ricostruzione dei luoghi
davvero perfetta. Tutti i personaggi sono inseriti in modo tale da creare l’atmosfera dell’epoca. Il finale però mi è sembrato
troppo frettoloso e poco realistico. Il film è tratto da un racconto di George
Moore dal quale era già stata scritta una versione teatrale.
Glenn Close è bravissima: per diventare Albert Nobbs assume un atteggiamento
distaccato senza mai uscire dal comportamento serio e rigido che ci si aspetta
da un perfetto cameriere. Praticamente recita con gli occhi ed è più che sufficiente. La scoperta che ho
fatto circa il cast è l’attrice Janet Mc Teer, talmente brava nei panni di un
imbianchino che mi ha fatto proprio pensare ad un uomo. I miei complimenti… è stata candidata
all’Oscar come attrice non protagonista assegnato poi all’attrice di The help, anch’essa molto brava. E’ una difficile scelta
ma, pensandoci bene, mi sembra più
faticoso recitare en travesti dovendo far passare sentimenti e atteggiamenti
maschili senza cadere nell’eccesso, per
cui io l’avrei dichiarata vincitrice.