Gucci restaura “La Dolce Vita” di Federico Fellini
Con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg,
Anouk Aimée.
Durata 173 minuti .
Bianco/nero. Italia/Francia 1960.
La nota casa di moda italiana Gucci prosegue nel suo impegno a favore del cinema.
Dopo aver donato 1,5 milioni di
dollari alla The Film Foundation di Martin Scorsese per il
restauro di cinque pellicole cult, ha offerto ora il suo sostegno per la
rimessa a nuovo de “La Dolce Vita” di Federico Fellini.
Il film
culto della storia cinematografica italiana verrà proiettato, nella sua nuova
versione dal prossimo 30 ottobre 2010.
Commento di Eco : non avevo
mai visto il film quindi ho approfittato di questa nuova occasione anche se pensavo
non fosse il mio genere. Infatti non mi piace il modo di Fellini di raccontare le storie . Storie? No, solo
frammenti o ricordi. In questo caso 7 momenti della vita di un giornalista di cronaca scandalistica
dell'epoca dei divi a Roma: il 1960.
La regia ben studiata, i particolare ben ripresi, tutto ineccepibile,
anche la musica di Rota è adatta.
Mastroianni è sempre presente e questo forse è un po' troppo (si nota
anche troppo il trucco agli occhi). Non sa nemmeno recitare, secondo me, o forse
Fellini lo voleva così.
Il protagonista è un giovane in cerca di successo che sta a galla in quel mondo di lusso e di
divertimenti sfrenati, senza principi, valgono solo i soldi e la bella vita,
non lo scuote nemmeno il profondo amore
di una brava ragazza “normale” nè il suicidio di un amico.
L'unico momento in cui l'ho trovato “recitante” è
nell'episodio relativo all'arrivo a Roma del padre. Non si vedevano da anni e,
sembra che lui non pensasse nemmeno
molto ai genitori a Cesena, era troppo preso dalla sua dolce vita e quindi
l'arrivo del padre (un bravo Annibale Ninchi) quasi lo infastidisce, è
costretto ad accoglierlo, a fingersi felice di vederlo ma piano piano trova
davvero bello quell'incontro. Guarda il padre, che sta parlando con un
fotografo, come se non lo avesse mai visto, scopre di avere un padre, almeno
questo è quello che vedo nel suo sguardo e mi piace molto, vedo l'amore e la
gioia di avere quel padre.. il tutto senza parole, solo con poche inquadrature
e pochi sguardi. Il padre non si accorge di niente, è contento di essere lì ma
non vuole disturbare quel figlio impegnato in un lavoro importante in una
grande città e gli spiega che tornerà a casa la sera stessa. Gli dice solamente
“Ricordati di scrivere alla mamma...”. Lo abbraccia e se ne va alla stazione da
solo. Commovente.
Per me, amante del cinema e dei
suoi protagonisti, è stato divertente cercare tra i tanti attori (anche
con piccolissime parti) i volti che da
quel 1960 ad oggi sono diventati famosi. Troviamo l'ultimo Tarzan Lex Barker, il giovane
Celentano nella parte di un cantante che si esibisce in un night, la
giovanissima Valeria Ciangottini che porta la purezza, Nadia Gray, Riccardo
Garrone, Jacques Sernas, Enzo Cerusico, si intravede seduto tra
varie persone Umberto Orsini e Giuliana
Lojodice nelle vesti della cameriera dello scrittore suicida.
Curiosità : nel film al seguito del giornalista (Mastroianni)
parecchie volte c’è il fotografo Paparazzo.
Ed ecco che il cognome si trasforma nella definizione “paparazzo” che dal
quel momento definisce (a volte in modo dispregiativo) quei fotografi specializzati
nel riprendere personaggi famosi in occasioni pubbliche o nella loro sfera
privata, quasi sempre cercando le situazioni più particolari, più rare, più
compromettenti (in modo da poterne ricavare più denaro).
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