J768
(1863)
When I hoped, I recollect
Just the place I stood - At a Window facing West - Roughest Air - was good -
Not a Sleet could bite me -
Not a frost could cool - Hope it was that kept me warm - Not Merino shawl -
When I feared - I recollect
Just the Day it was - Worlds were lying in the Sun - Yet how Nature froze -
Icicles upon my soul
Prickled Blue and Cool - Bird went praising everywhere - Only Me - was still -
And the Day that I despaired
-
This - if I forget Nature will - that it be Night After Sun has set - Darkness intersect her face - And put out her eye - Nature hesitate - before Memory and I - |
|
Quando
sperai, ricordo
Bene il posto in cui stavo - Alla Finestra che guarda a Ovest - L'Aria più burrascosa - era piacevole -
Non un
Nevischio capace di sferzarmi -
Non un gelo capace di freddare - La Speranza era ciò che mi teneva calda - Non lo scialle di Merino -
Quando
ebbi paura - ricordo
Bene che Giorno fosse - I Mondi erano distesi al Sole - Eppure quanto gelava la Natura -
Ghiaccioli
nell'anima
Pungevano Blu e Freddi - Gli Uccelli alzavano lodi ovunque - Solo Io - ero silente -
E il
Giorno che disperai -
Quello - se dimenticherò La Natura dimenticherà - che è Notte Dopo che il Sole è tramontato - Il Buio intersecherà il suo viso - E spegnerà i suoi occhi - La Natura esiterà - prima Della Memoria e di Me - |
Tre momenti,
tre sentimenti contrastanti colti nel loro manifestarsi e cristallizzati nel
ricordo. I primi due descritti per contrasto. La speranza, che ci rende forti e
incuranti di qualsiasi tempesta esterna: non c'è freddo o neve che possa
toccarci fin quando essa, e non la più soffice delle lane, ci riscalda il
cuore. La paura fa invece diventare gelida anche una giornata piena di sole,
pungendo la nostra anima con ghiaccioli interiori, del freddo colore del gelo,
e facendoci restare muti anche di fronte alla gioiosa esuberanza della natura.
Il terzo, il momento della disperazione, assume una valenza cosmica. Impossibile dimenticarlo. È più facile che la natura dimentichi il ciclico alternarsi del giorno e della notte, e appaia esitante davanti a quel buio che le corre incontro e sembra spegnere per sempre i suoi occhi, piuttosto che quel ricordo svanisca dalla nostra memoria.
Il terzo, il momento della disperazione, assume una valenza cosmica. Impossibile dimenticarlo. È più facile che la natura dimentichi il ciclico alternarsi del giorno e della notte, e appaia esitante davanti a quel buio che le corre incontro e sembra spegnere per sempre i suoi occhi, piuttosto che quel ricordo svanisca dalla nostra memoria.
The first Day that I was a Life
I recollect it - How still - That last Day that I was a Life I recollect it - as well -
'Twas stiller - though the
first
Was still - 'Twas empty - but the first Was full -
This - was my finallest
Occasion -
But then My tenderer Experiment Toward Men -
"Which choose I"?
That - I cannot say - "Which choose They"? Question Memory! |
|
Il primo
Giorno in cui fui una Vita
Lo rammento - Come quieto - L'ultimo Giorno in cui fui una Vita Lo rammento - pure -
Era più
quieto - ma anche il primo
Era quieto - Era vuoto - mentre il primo Era pieno -
Quella -
fu la mia estrema Occasione -
Ma anche Il mio più tenero Esperimento Rivolto agli Uomini -
"Chi
scelgo io?"
Questo - non posso dirlo - "Chi scelgono Essi?" Interroga la Memoria! |
Nelle prime
due strofe un confronto tra il momento della nascita e quello della morte.
Entrambi, uno perché non conosciamo le ansie della vita, l'altro perché le
stiamo lasciando, sono tranquilli, privi di quell'affanno che mentre viviamo ci
portiamo dietro. C'è comunque una differenza, il primo è pieno delle
aspettative di una vita da vivere mentre il secondo ha il vuoto davanti.
Nelle ultime due ED si sofferma sul secondo: morire è forse l'estrema occasione che ci resta per cogliere qualcosa del mistero che ci circonda, ma è anche il momento in cui ci rivolgiamo con più tenerezza alla vita e alla persone che lasciamo. Dire qual è quella che porteremo con noi, se mai ci saranno ricordi dopo, non ci è possibile, forse perché troppi sono quelli che abbiamo amato e scegliere è difficile. Né possiamo dire quali saranno quelli che serberanno il ricordo di noi. L'unico modo per saperlo sarà quello di interrogare la loro memoria, lì dentro scopriremo se qualcosa di chi se n'è andato è rimasto.
Negli ultimi due versi non escluderei un velato accenno a qualcosa che chi muore si lascia dietro e che resta nella memoria degli uomini. Nel caso di ED questo qualcosa non può che essere la sua poesia.
Nelle ultime due ED si sofferma sul secondo: morire è forse l'estrema occasione che ci resta per cogliere qualcosa del mistero che ci circonda, ma è anche il momento in cui ci rivolgiamo con più tenerezza alla vita e alla persone che lasciamo. Dire qual è quella che porteremo con noi, se mai ci saranno ricordi dopo, non ci è possibile, forse perché troppi sono quelli che abbiamo amato e scegliere è difficile. Né possiamo dire quali saranno quelli che serberanno il ricordo di noi. L'unico modo per saperlo sarà quello di interrogare la loro memoria, lì dentro scopriremo se qualcosa di chi se n'è andato è rimasto.
Negli ultimi due versi non escluderei un velato accenno a qualcosa che chi muore si lascia dietro e che resta nella memoria degli uomini. Nel caso di ED questo qualcosa non può che essere la sua poesia.
Nessun commento:
Posta un commento