La società cambia, così come la percezione del tempo, le abitudini, le dinamiche professionali che danno forma a un nuovo panorama umano, fatto di nuovi bisogni e nuove necessità.
Ieri anziani, ora «tardi adulti»: i sessantenni di oggi, con l’allungarsi della durata media della vita, si trovano a vivere esperienze che, fino a non molti anni fa, erano proprie dei quaranta- cinquantenni. È il fenomeno della nuova vita adulta fotografato di recente da un saggio di Marc Freedman, «The Big Shift: Navigating the New Stage Beyond Midlife» («Il grande cambiamento: affrontare la nuova fase oltre la mezza età). Si diventa propriamente «vecchi» solo oltre i 75, per scivolare poi nella «grande vecchiaia» (ossia quella della non autosufficienza) oltre gli 85 anni.
La nuova
suddivisione dettata dalla demografia che tiene conto dell’allungamento della
vita passa dalle cinque fasce degli anni
cinquanta (bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani) alle nove fasce attuali :
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Adolescenti da 11 a 20 anni
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Giovani da 21 a 25 anni
Giovani adulti da 26 a 34 anni
Giovani adulti da 26 a 34 anni
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Adulti da 35 a 54 anni
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Tardo adulti da 55 a 64 anni
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Giovani
anziani da 65 a 75 anni
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Anziani da 76 a 84 anni
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Grandi
anziani over 85 anni
«Ogni
generazione aggiunge 7-8 anni all’aspettativa di vita-dice il demografo
dell’Università Cattolica di Milano Alessandro Rosina»
Fonte: Corriere della Sera,
29/03/2013, pag. 1, 31. (Elena Tebano)
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