Pag. 19/20 - punto 12
. Il desiderio
Il nostro desiderio disprezza e trascura ciò che ha fra le mani per
correre dietro a ciò che non ha.
Michel de Montaigne
“L’uomo non conosce la vera gioia – scrive
Bacchilide – perché desidera sempre ciò che non ha.” Qui però bisogna
intendersi : non si può desiderare se
non ciò che non si ha o che non si crede di avere.
Il desiderio ha proprio la funzione di cercare sempre
qualcosa di nuovo; è come un motore in continua azione, che da una parte ci
permette di rapportarci alle cose e dall’altra è una fonte di costante insoddisfazione.
Ambiguo come tutto, è l’emblema e l’essenza della vita.
Un maestro come il Buddha, quando cerca l’origine
della sofferenza, la trova proprio nel desiderio; e quando vuol liberare gli
uomini dal ciclo della vita e della
morte, dice loro di eliminare ogni attaccamento, sia all’essere sia al
non-essere.
Questo significa che se vogliamo distruggere gran
parte della sofferenza, dobbiamo fare i conti con il desiderio, con la sua
insaziabilità. Secondo l’antica saggezza dell’ebraismo, “l’uomo muore senza
aver soddisfatto nemmeno la metà dei suoi desideri.”
Ma quanti di questi desideri meritavano davvero uno
spreco di tempo ed energie? “Quante cose ci sono “ dice Socrate ”di cui non
sento il bisogno.”
Agli effetti della serenità (e anche di una vera
ecologia della mente), è dunque importante saper ridurre i desideri, distinguendo ciò che è utile ed essenziale da
ciò che è superfluo. Per poter compiere questa operazione, occorre rendersi conto di quali siano i beni
fondamentali della vita: ecco il primo compito di un’autentica saggezza.
Fra i due estremi dell’edonismo più sfrenato e
della rinuncia ascetica, forse la posizione epicurea è la più equilibrata: “Non
dobbiamo rovinare il bene attuale” dice il filosofo greco “con il desiderio di
ciò che non abbiamo, ma non dobbiamo
dimenticarci che anche ciò che abbiamo lo abbiamo desiderato.”
Il problema è quello di un’adeguata educazione del
desiderio: da una parte non bisogna inseguire ogni piccolo impulso della mente,
ma dall’altra non è neppure saggio rinunciare ai piaceri essenziali.
Per sentirci realizzati, non abbiamo bisogno di
grandi mete. La gioia è fatta di piccole cose, ovvero del soddisfacimento di
bisogni che sembrano piccoli alla voracità del nostro desiderio ma che in
realtà sono l’essenza del vivere.
“Se non desidererai tante cose” scrive Platone “anche le piccole cose ti
sembreranno grandi.”
Commento di Eco : non desiderare sembra la cosa
migliore ma che vita sarebbe senza la voglia di “fare”, di portare dei risultati
positivi nella propria esistenza ? Saremmo ancora all’età della pietra se
nessuno avesse desiderato conoscere ed avere cose sempre migliori. Certo non
parlo di desiderare oggetti in maniera esagerata, tanto da farceli sembrare
necessari e rovinarci la vita se non si arriva ad averli. Accontentarci delle
piccole cose mi sembrava una buona soluzione per vivere serenamente ma ora mi sembra quasi una presa in giro …… non ce
la fai, tutto ti sembra andare
storto …. accontentati delle piccole
cose e sii sereno……. Un po’ come dire “niente desideri niente
sofferenza” “niente amore niente dolore” Mah!!!
Sarà una lunga meditazione perché “Il desidero” è solo il punto 12 del libro che si conclude con il 144 “L’auto perfezionamento”.
Nessun commento:
Posta un commento