giovedì 7 marzo 2019

OGNI EVENTO HA IL SUO TEMPO SOTTO IL CIELO


Il Qoelet (anche Qoèlet, Qohelet, Qoheleth, Kohelet, Koheles) o Ecclesiaste è un libro dell'Antico Testamento scritto in ebraico
                                                                                       
Capitolo  3, 1.8  Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.

C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare  e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare  e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?

L’uomo è situato negli eventi; essi sono vari e hanno il loro contrario, cosicché l’eterno, l’immutabile non è dell’uomo. I tempi che Qoèlet presenta sono in successione del tutto casuale. “Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?”, è la domanda che pone Qoèlet, dal momento che nessuno può costruirsi un'esistenza che abbia la garanzia di essere al riparo da sventure. 


 
Quale utilità ricava l’uomo da tutto l’affanno per cui fatica sotto il sole?  Un immenso vuoto, tutto è vuoto!”.                                                                            
                                                                                                                                                                                                                                                                      La straordinaria e sconcertante riflessione di Qohelet, sapiente di Israele che spinge l’uomo moderno, con incredibile attualità, a porsi domande radicali senza compromessi circa il senso della vita e della morte, dell’amore e del dolore, della ricchezza e del piacere. Il libro più sconvolgente, capolavoro letterario dell’Antico Testamento che ancora oggi affascina la riflessione degli uomini liberi, viene qui riproposto dalla traduzione originale di Gianfranco Ravasi e dal suo ineguagliabile commento. Nell’ultimo capitolo, i Mille Qohelet, Ravasi ripercorre i millenni di storia alla ricerca di tutti coloro che si sono specchiati in questo sapiente del III sec. a.C. Un libro adatto a tutti, laici e credenti, capace di accendere la curiosità per l’immenso patrimonio culturale che la Bibbia rappresenta.

N.B.  Quasi tutti i traduttori per la prima frase del capitolo 1°  utilizzano  la parola VANITA’  quindi :
“Vanità delle vanità, dice Qoèlet,  vanità delle vanità, tutto è vanità!”.

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