Genere:commedia
Regia di:Massimiliano Bruno
Interpreti : Paola Cortellesi, Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio
Italia 2015
Commento di Eco :
Genere commedia, sì però fino ad un certo
punto. E’ il racconto di tante vite di
persone non ricche, che vivono modestamente con un lavoro umile ma non ne sono
schiacciati, vivono momenti brutti, momenti di allegria, momenti di attesa non
si sa di cosa, non si lamentano e ..
tirano avanti…
E’ in dialetto romanesco che già per un intero
film non mi piace. La mancanza di avvenimenti per un buona parte della storia
cominciava ad annoiarmi. Piano piano,
forse per la bravura di Paola Cortellesi, ho iniziato a seguire la vita di
questa donna con tutto il “contorno” che la circonda.
Punto fermo per lei il marito tanto che l’amore per lui è al di sopra dei suoi
evidenti difetti ma, nel momento della verità, anche lei fa capire che li
riconosce e gli getta in faccia tutta la sua rabbia. E’ la
vita di tutti noi, almeno così mi sembra, mi sono sentita prendere
dall’angoscia, anche quando fanno le loro feste per
i vari compleanni mi è sembrato tutto così falsamente, forzatamente
allegro. La tristezza mi ha avvolto. Un po’ come mi è capitato con il
film “Another year”. Sempre sopraffatti da eventi più grandi di noi che vita è?
Anche il regista, dopo tanta tristezza, si è
sentito in dovere di chiudere con un po’ di speranza facendo dire alla
protagonista :” Nostro signore ha detto che gli ultimi saranno i primi... ma non ha
detto di preciso quando.”
Trascrivo una recensione che mi chiarisce il
discorso degli “ultimi” probabilmente è quello che mi è passato senza che me ne
rendessi conto. Effettivamente “mi ha
tolto la pelle”.
Gli ultimi saranno ultimi racconta con strazio e partecipazione, ma
anche con umorismo e levità, le vicende di un gruppo di italiani del presente
stretti fra la crisi e la necessità di negarla, strozzati dalla paura e la
vergogna, sempre più limitati nelle loro possibilità e nei loro margini di
scelta. Persone che non riescono più a vedere ciò che sta davanti ai loro
occhi, che prendono derive deleterie senza nemmeno rendersene conto, che vedono
la loro dignità costantemente sotto attacco e tentano di difenderla come
possono. Persone stanche, che smettono di essere ragionevoli e sbroccano o,
peggio ancora, vanno lentamente alla deriva.
Bruni le racconta con una delicatezza che si tiene al di qua della melensaggine e del melodramma (anche se alcune sottolineature musicali sono davvero esagerate) e gradualmente ci leva la pelle, lasciandoci scoperti, nudi davanti a ciò che siamo diventati, ognuno macchiandosi di piccole e grandi nefandezze. E racconta senza peli sulla lingua alcune grandi verità contemporanee, prima fra tutte quella che "senza il lavoro si puzza", e che homo sine pecunia est imago mortis: laddove homo sta per "essere umano", maschio e femmina.
Bruni le racconta con una delicatezza che si tiene al di qua della melensaggine e del melodramma (anche se alcune sottolineature musicali sono davvero esagerate) e gradualmente ci leva la pelle, lasciandoci scoperti, nudi davanti a ciò che siamo diventati, ognuno macchiandosi di piccole e grandi nefandezze. E racconta senza peli sulla lingua alcune grandi verità contemporanee, prima fra tutte quella che "senza il lavoro si puzza", e che homo sine pecunia est imago mortis: laddove homo sta per "essere umano", maschio e femmina.
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