giovedì 8 luglio 2021

La bellissima poesia di Mario Quintana

 

 Il tempo

La vita è il dovere che portiamo per realizzarlo in casa.
Quando si guarda, già sono le sei!
Quando per guardare, già è venerdì!
Quando si guarda, già è Natale…
Quando si guarda, già è passato l’anno…
Quando si guarda perdemmo l’amore della nostra vita.
Quando si guarda passarono 50 anni!
Ora è troppo tardi per riprovare…
Se mi fosse dato un giorno, un’ altra opportunità, nemmeno lo guardavo l’orologio.
Sarei sempre andato avanti e avrei buttato sul cammino la buccia dorata e inutile delle ore…
Avrei tenuto stretto l’amore che mi sarebbe stato di fronte e avrei detto che lo amo…
E c’è ancora: non evitare di fare qualcosa che ti piace solo per mancanza di tempo.
Non evitare di avere persone al tuo lato per pura paura di essere felice.
L’unica mancanza che sentirai sarà di questo tempo che, infelicemente, non tornerà mai più.

Mario Quintana

Mário de Miranda Quintana (Alegrete, 30 luglio 1906Porto Alegre, 5 maggio 1994) è stato un poeta e scrittore brasiliano.


Nel 1984 Mário Quintana scrisse delle note autobiografiche pubblicate sulla rivista Isto é. Questa la traduzione :

«Sono nato ad Alegrete, il 30 luglio 1906. Credo che sia la cosa più importante che mi sia capitata. E ora, ecco, mi chiedono di parlare di me. Bene! Ho sempre pensato che ogni tipo di confessione che non sia trasfigurata dall'arte sia indecente. La mia vita è nelle mie poesie, io sono le mie poesie, non ho mai scritto, nemmeno una virgola, che non fosse una confessione. Ma da me si vogliono dettagli… D'accordo! Ho 78 anni senza età. Di età ce ne sono due: o sei vivo o sei morto. L'ultimo caso è l'età più importante, visto che ci è stata promessa l'eternità. Sono nato nel rigore invernale a un grado e prematuro, per di più: complessato di non essere ancora pronto. Fino al giorno in cui scoprii che uno così completo come Winston Churchill era nato prematuro e che lo stesso era capitato a sir Isaac Newton! Excusez du peu... Preferisco citare l'opinione che gli altri hanno di me. Dicono che sono modesto. Al contrario, sono così orgoglioso da pensare che non ho scritto nulla al mio livello. Poiché la poesia è insoddisfazione, un anelito di autosuperamento. Un poeta soddisfatto, non soddisfa. Dicono che sono timido. Niente affatto! Sono silenzioso, introspettivo. Non capisco perché sottopongano a trattamento chi è introverso. Solo perché non possono essere belli come gli altri?»


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