mercoledì 6 marzo 2013

IL PAPA SE NE VA !!!


Certamente è un argomento che non interessa tutti ma senz'altro è un evento storico.
Un evento che coinvolge un miliardo circa di persone in tutto il mondo.




E' una decisione sconvolgente ed inaspettata che apre tantissime argomentazioni a suffragio o meno di questa scelta. Se ne sono lette tante, dalle più spirituali alle più terrene possibile, ma non si arriverà mai a sapere cosa è passato nell'animo di Papa Benedetto XVI.
Eroe o vigliacco?  Si può scendere dalla croce o si deve restare fino alla fine?
E' un bene o un male per la Chiesa questa dimostrazione di vulnerabilità di un Papa? 
Attraverso le interviste e gli articoli usciti è evidente che sia  la Curia romana che  i Capi di Stato mondiali considerano “le dimissioni”  come un atto di coraggio e di grande umiltà.. Potevano dire altro?
Ho letto parecchi  interessanti articoli apparsi sul Corriere della Sera che, anche se  non hanno certo risposto a queste domande, ne hanno dato varie interpretazioni tutte valide.
Per esempio con  il testo di Claudio Magris del 13  febbraio 2013    si entra in  una  dimensione che condivido pienamente  e che  sarebbe giusto riuscire ad applicare anche a tutti noi.
Ne riporto alcuni passaggi :
“ La scelta del Papa  - Quando il No Serve ad Affermare la Libertà e la Dignità della Persona"
È più facile prendere che lasciare, dire di sì che dire di no. Quasi tutto ci spinge, quasi sempre, a dire di sì dinanzi a ciò che ci viene offerto e alla condizione in cui ci troviamo: la paura di offendere o di far restar male qualcuno, il timore di rimanere fuori gioco, lo sgomento davanti a cambiamenti della nostra vita, antichi e radicati imperativi morali, spesso sacrosanti, che impongono il dovere di agire, di combattere, di restare al proprio posto come i capitani di Conrad al comando di una nave in gran tempesta . (….)
Ma è soprattutto con il no che si affermano la libertà e la dignità di un individuo: rifiutare e dunque mutare ciò che appare immutabile, sfatare la pretesa di ogni situazione consolidata che si crede salda e indiscutibile, non bruciare l'incenso agli idoli, talora mascherati da dei.
Il gesto di Joseph Ratzinger è certo un gesto rivoluzionario, che stravolge le regole, le consuetudini e le aspettative felpate e prudentissime della Curia romana (….)
Prendere atto, apertamente, di una propria debolezza e inadeguatezza è una delle più alte prove di libertà e di intelligenza.   Lukács, il filosofo marxista, non è forse mai stato così grande come quando, ultraottantenne, si è dichiarato incompetente a giudicare l'opera che stava scrivendo e l'ha affidata ai suoi scolari.  (….)      Certo la sua rinuncia al soglio supremo fa specie soprattutto in Italia in cui non c'è quasi nessuno capace di rinunciare al più misero seggiolino (….) mentre Joseph Ratzinger non è solo un Papa, è prima ancora,  Joseph Ratzinger.  Il suo gesto rende concreta, umana, la figura di chi si proclama vicario di Cristo ma non per questo, nella dura e opaca vita d'ogni giorno, ne sa più degli altri. (….)      Ha vissuto il doloroso dramma di chi apre arditamente una porta al nuovo e, turbato da tante cose confuse e cattive che si mescolano alla bontà del nuovo, si trova spinto a chiudere quella porta, come un insegnante che giustamente faccia leggere ai suoi allievi Baudelaire o de Quincey e poi, vedendo che molti goffamente si ubriacano di assenzio e di oppio, toglie quelle letture dal programma. (….)
È divenuto Papa e sul suo pontificato sarà la Storia a giudicare. Ma si vedeva subito che non era felice di fare il Papa, diversamente dal suo predecessore. Non era, non è a suo agio in quel ruolo, che probabilmente esige una vitalità diversa, una sanguigna e brusca capacità di scuotere la polvere degli eventi dai propri calzari, cosa che era naturale a Giovanni Paolo II, che poteva soffrire,  e ha sofferto molto,  ma non dava mai l'impressione di essere a disagio. (….)     Forse l'altissimo ufficio non si confà alla sua natura. Se è così, il suo gesto di rinuncia è anche un riappropriarsi della propria persona, un gesto di libertà che come pochi altri fa di un Papa un uomo, secondo il detto di Shakespeare, che esorta, qualsiasi cosa si faccia, a farla secondo la propria natura.                             -    Magris Claudio  - Corriere della Sera  - 13 febbraio 2013 - Pagina 13 “
Ultimo giorno di Benedetto XVI
 


Detto questo, guardando in diretta televisiva l'elicottero che sorvola  Roma portando il Pellegrino Benedetto XVI nel luogo di preghiera che ha scelto, non  posso fare a meno di augurargli

BUON VIAGGIO E
                          CHE LA PACE SIA CON  TE.