martedì 20 marzo 2012

Figlio pulcino feroce

                                                                                                                                                     Riporto un breve ma chiaro e significativo articolo del Dr Osvaldo Poli  perché propone  il  tema  sotto  una luce che non avevo  mai considerato.  I genitori non insegnano ai loro figli la reciprocità del voler bene. Si dà per scontato che questo avvenga naturalmente. Ma è proprio così o si devono educare a questo sentimento?
Continuando a navigare  nel sito per approfondire l’argomento scopro che bisogna anche “educare i figli alla gratitudine” e tanto, tantissimo altro, tutto  descritto nei suo libri.  
Insomma mai distrarsi si è genitori 24 ore su 24 e ancora non   basta !!!

  
   FIGLIO PULCINO FEROCE?     Non ne posso più  
  
  Anche i figli hanno dei doveri. E la radice ultima dei loro doveri è che anch’essi debbono amare i genitori. Strano che i figli vogliano bene e debbano volerne ai genitori? In nome di quale altro principio ci potremmo permettere di disturbarli, di aiutarli a migliorare il loro carattere se non per diventare capaci di volere bene? Se sono “fatti così”, perché non lasciamo che rimangano “fatti così” ? Per quale ragione dovremmo  chiedere a un figlio prepotente di non essere più tale, di non dare un calcio alla mamma quando dice no? L’amore che anch’essi debbono ai familiari e ai genitori rappresenta la legittimazione ultima e definitiva dell’intervento educativo.
    La ragione più profonda in nome della quale si chiede loro la fatica di cambiare, di modificare aspetti del carattere.
   Molti figli quando accusano il genitore di non amarli rimangono interdetti sentendosi rispondere: e tu a me vuoi bene? Ma io te ne voglio. E da cosa lo dovrei capire, ribatte il genitore, visto che mi sfinisci tutti i giorni? E lo mette a tacere.  La reciprocità appare loro come una cosa strana, quanto meno nuova. Un segreto di cui nessuno aveva mai parlato. Una fatica che  era stata loro accuratamente evitata.
    A vent’anni diranno: vado bene a scuola e questo deve bastarvi; e poi: non vi ho chiesto io di venire al mondo, quindi zitti e mantenetemi. Traduzione: se a casa non faccio nulla, e non collaboro neppure nel riporre i maglioni nell’armadio, e vi sfrutto, va bene così. Con l’aria più naturale del mondo, perché i pulcini feroci sono sempre carini. Se il genitore non ce la fa più e chiede un aiuto a tenere in ordine si sente rispondere alternativamente: assumi una colf, è tuo dovere perché fai il part-time, non rompere.
    Capita un’emergenza: la nonna sta male e ha bisogno di assistenza in ospedale, e  chiedi loro di dare una mano; ti rispondono: devo uscire con gli amici, ciao, sono già in ritardo, e sbatte la porta. E alle lamentele della mamma risponde: non mi hai mai chiesto niente, ti ci metti proprio ora? In effetti l’errore è stato di non averli abituati da sempre a collaborare in famiglia. Questo  ha permesso loro di rimanere immaturi, secondo la classica configurazione dell’immaturità: esisto solo io, solo i miei bisogni hanno valore, tu devi a me, io non devo nulla a te. Il tenore di tutte le risposte immature è: è tuo dovere assecondarmi, ma io non “riconosco” i tuoi bisogni e non me ne faccio carico. Arrangiati.
    I figli tanto carini vorranno pure bene alla mamma, ma finchè l’amore non chiede nulla che abbia il sapore della fatica e del sacrificio. Ti voglio bene se non mi costa. Se non esigi la reciprocità. Questa propensione naturale all’egocentrismo, strutturale  nell’infanzia, non è più sopportabile nell’adolescenza. Entrano nell’adolescenza non quando compiono 14 anni, ma quando si assumono le fatiche della reciprocità, del voler bene a qualcuno.                                                                                                                                                    Osvaldo Poli      http://wwwosvaldopoli.com
 
Osvaldo Poli, psicologo e psicoterapeuta, vive e lavora a Castel Goffredo (Mantova). Si occupa principalmente della formazione dei genitori e della coppia, collaborando con diversi gruppi, istituzioni e riviste tra cui Famiglia Cristiana.  Attraverso incontri formativi e consulenze intende promuovere e sostenere la capacità educativa dei genitori. Fra le pubblicazioni ricordiamo presso San Paolo Non ho paura a dirti di no (2007), Cuore di papà (2008),  Né asino né re (2008), Mamme che amano troppo (2009); presso Dehoniana: Il genitore equilibrato (1999), Andare d’accordo: la collaborazione fra marito e moglie nell’educazione dei figli (2000), Fratelli e sorelle (2000). 


PER NON CRESCERE PICCOLI TIRANNI E FIGLI BAMBOCCIONI
 
CAP.IV  -    il pulcino feroce
1. la pretesa di essere al centro dell'attenzione
2. esisto solo io
3. voglio, anzi pretendo
4. è lamentoso ed incontentabile
5. la fiaba di.................
6. ha un potere relazionale enorme
7. è invulnerabile
8. l'immaturità
9. la maturità




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